Archiviata la reporting season americana, con gli utili che nell’85% dei casi hanno sorpreso positivamente, ora l’attenzione è tutta per la Fed. O meglio, per il nuovo regime di forward guidance adottato dalla banca centrale in tema di inflazione che, a dispetto dei recenti stimoli fiscali e monetari senza precedenti, continua a rimanere al di sotto del target del 2%. La Federal Reserve non si muoverà più in anticipo cercando di “controllare” il costo della vita, ma solo a posteriori, guardando e analizzando l’evoluzione della situazione.
Nello specifico, la Fed monitorerà i movimenti dell’inflazione degli ultimi 2 anni e poi deciderà come muoversi in termini di politica monetaria. Un “nuovo” regime che di fatto, quindi, lascia ancora ampi margini di manovra alla banca centrale negli stimoli all’economia e che, secondo l’ultimo Comitato di gestione di Pharus, si tradurrà in un possibile aumento dell’inflazione, oltre il 2 per cento.
Di fatto, scenario che il mercato sta già prezzando, con le obbligazioni legate all’inflazione che stanno facendo molto bene. E questo spiega anche il buon andamento del Pharus Sicav Absolute Return, visto che in portafoglio è stato aggiunto un 10% di inflation linked. Nell’ultimo mese il fondo ha guadagnato l’1,32%, mentre da inizio anno la performance sale al 4,61%.
Tutto a favore dell’equity, dagli utili…
Nonostante i forti rialzi registrati dai minimi di marzo (e un trend ascendente in atto ormai da 10 anni), lo scenario di base rimane a favore del mercato azionario. Tanti i driver che si intravedono all’orizzonte, a partire proprio dal nuovo regime di forward guidance della Fed in termini di inflazione. E poi ci sono i risultati trimestrali della reporting season americana che si è appena conclusa, con l’85% delle società che ha battuto le attese. In particolare, l’S&P 500 ha registrato in media nel secondo trimestre un calo degli utili del 33 per cento. Un dato sì negativo, ma migliore rispetto al -45% stimato inizialmente. I settori che si sono comportati meglio sono stati quello delle utility, con gli utili cresciuti del 9%, dell’healthcare (+7%) e della tecnologia.Per ora, le attese 2020 sugli utili americani sono per un -21,5%, mentre in Europa è stimato un calo del 34,3%.
Ma quello che il Comitato di gestione di Pharus guarda con ottimismo è l’earning sentiment, ovvero la differenza tra gli upgrade e i downgrade sugli utili. Quando la linea sale vuol dire che gli analisti stanno “upgradando” di più e che quindi hanno una view positiva. L’earning sentiment degli Stati Uniti è in crescita e ora viaggia un 10% circa al di sopra dello zero. L’Europa è ancora in territorio negativo, ma la curva è inclinata positivamente e potrebbe seguire le sorti dell’America.
… ai dati macro
Anche il quadro macro è a favore del mercato azionario. I dati comunicati nelle ultime settimane hanno sorpreso positivamente, superando le attese degli analisti. Quello che conta sono le aspettative e quando si battono le attese è sempre molto positivo in termini di dinamiche di prezzo. Il fatto poi che le valutazioni relative delle azioni rispetto ai bond sono sui massimi della storia è una testimonianza che l’equity rimane l’asset class più interessante. A completare il quadro, le dinamiche dei flussi, che mostrano un forte interesse per il mercato monetario. Questo vuol dire che in questi ultimi mesi il mercato azionario è salito con una partecipazione molto bassa degli investitori. E se l’interesse verso l’equity dovesse aumentare, allora potremmo assistere a un ulteriore exploit del mercato.