
Domanda banale....o forse no, che è successo sui mercati azionari?
Come tutti ben sappiamo i mercati azionari hanno generato tra fine febbraio e fine marzo 2020 una delle peggiori cadute della storia, analoga al 2008, ma in alcuni casi anche al 1929. Successivamente e a seguito delle straordinarie manovre implementate da governi e banche centrali con pesanti interventi espansivi di politica monetaria e fiscale, le borse hanno recuperato parte del terreno perso. In linea generale però la quasi totalità delle borse mondali segna ancora oggi perdite significative a doppia cifra da inizio anno che oscillano tra il -25% di quelle europee al -12% di quelle statunitensi.
La grande differenza tra l’andamento delle borse del Vecchio Continente con quelle del Nuovo Continente si è generato esclusivamente da fine marzo in avanti, ovvero nella fase di recupero; l’indice S&P500 ha infatti recuperato oltre il 50% del movimento ribassista iniziato a fine febbraio mentre l’indice EuroStoxx50 si è fermato ad un recupero di poco superiore al 38%.
Una bella differenza che si può ascrivere a quali fattori secondo lei?
Questa disparità può essere a nostro avviso spiegata dalle differenti misure messe in atto da banche centrali e governi e dalla diversa composizione degli indici a livello settoriale. Negli USA gli interventi sono stati molto maggiori e più compatti, mentre in Europa ancora oggi ci si pone domande su come l’Unione debba affrontare la crisi, in un contesto dove stanno prevalendo più gli interessi personali dei singoli paesi che quelli dell’Unione. Al tempo stesso gli indici USA hanno beneficiato di una composizione molto maggiore in titoli azionari legati al settore della tecnologia, della comunicazione e dei media, titoli “growth” ma che in questa particolare crisi si sono comportati anche meglio dei difensivi e sui cui si sono pertanto concentrati gli acquisti.
E in Svizzera come ha reagito la borsa?
In merito alla Svizzera, l’indice SMI si è comportato molto bene con un andamento non troppo diverso dagli indici USA. Il forte peso dell’indice nei tre titoli difensivi Roche, Novartis e Nestlè, il franco svizzero ancora oggi ritenuto come bene rifugio e l’ottima reputazione della Svizzera hanno senz’altro contribuito a rendere la borsa elvetica molto attraente nel contesto attuale. Da una recente ricerca che abbiamo svolto su come si sono comportati dal punto di vista di un investitore europeo i beni rifugio (oro, dollaro USA, decennale USA e franco svizzero) nelle crisi 2000-2003 e 2008-2009 è emerso che il franco svizzero è stato l’unico asset ad apprezzarsi durante tutta la durata delle due crisi. L’indice delle mid caps SMIM ha invece fatto più fatica, ma presenta un andamento da inizio anno comunque migliore dei principali indici europei, segno che gli operatori credono maggiormente nelle medie imprese svizzere piuttosto che nelle blue chips europee.
Bene, e quindi cavalchiamo il rimbalzo?
I dati macro sono molto preoccupanti e comunicano una imminente recessione globale mai più vista dal dopoguerra a oggi, un aumento esponenziale della disoccupazione, una forte caduta della fiducia dei consumatori e un importante calo degli utili aziendali, che secondo le nostre stime potrebbe attestarsi a circa il 30%. Inoltre la lentezza con cui le persone potranno tornare alle abitudini di consumo pre-crisi, in parte per le limitazioni imposte per scongiurare un nuovo incontrollato diffondersi del contagio e in parte per il timore e la diffidenza dei consumatori stessi, non ci lasciano particolarmente ottimisti per il futuro. Pertanto, riteniamo che le quotazioni attuali debbano essere viste più come un’opportunità di vendita che come un’opportunità di acquisto. Il bull market iniziato nel 2009 sulle ceneri della Grande Crisi Finanziaria del 2008 è a nostro avviso terminato e nonostante banche centrali e governi stiano tentando di rianimarlo, non pensiamo possano riuscire nel loro intento. Le straordinarie manovre poste in essere sono a difesa dell’economia, non a rilancio della stessa. Pertanto il recente rimbalzo deve essere a nostro avviso interpretato come parte di un movimento ribassista più ampio destinato a durare ancora per diversi mesi, che potrebbe anche portare le quotazioni su valori inferiori a quelli visti a fine marzo.
In questa situazione come si sono comportati i fondi gestiti da SWM?
In un contesto così complicato siamo soddisfatti di come i fondi azionari gestiti da SWM si sono comportati finora. Sia il fondo CB-Accent LUX Swissness Equity, storicamente concentrato sulle mid e small caps svizzere, che il fondo Explorer Equity, che ha invece un focus sui titoli azionari globali ad elevata capitalizzazione, già dalla fine dell’anno scorso avevano cambiato il loro approccio sposandone uno maggiormente “absolute return”, poiché SWM scorgeva scarse opportunità per i mercati azionari dopo gli ottimi risultati del 2019. Un approccio che noi abbiamo chiamato “Swissness”.
Swissness? Può spiegarci meglio?
Oltre a essere il nome di uno dei nostri fondi Swissness è al tempo stesso sinonimo di difesa del capitale, di buon senso nella gestione dei rischi e di attenzione verso il cliente, atteggiamenti tipici dei gestori patrimoniali svizzeri. Un approccio che è stato fra l’altro esteso anche agli altri fondi gestiti da SWM, il fondo obbligazionario Erasmus Bond e Explorer Fund of Funds che al 20.04.2020 presentavano entrambi una perdita da inizio anno intorno al 5%. Tornando ai nostri fondi azionari, il fondo Swissness presentava al 20.04.2020 una perdita dello 0.15% da inizio anno, mentre il fondo Explorer Equity una perdita del 10.85%.
Direi che per il CB-Accent LUX Swissness Equity si tratta di un’ottima performance dato il contesto; come siete riusciti a gestire questa complicata situazione?
Il fondo CB-Accent LUX Swissness Equity ha potuto ottenere un risultato così soddisfacente aumentando sensibilmente la propria asset allocation nei titoli dello SMI, abbandonando temporaneamente la sua vocazione verso le mid e small caps e facendo largo uso di strumenti derivati per la copertura del rischio azionario.
E come intendete affrontare i prossimi mesi?
Attualmente il fondo ha un’esposizione netta azionaria intorno allo 0% e, visto cosa si attende SWM per i prossimi mesi, è probabile che tale approccio non cambierà, se non in presenza di nuovi forti ribassi durante i quali il fondo sarà pronto ad abbandonare il suo atteggiamento difensivo per tornare in modo tempestivo ad avere una esposizione netta rialzista e approfittare degli straordinari rialzi che verranno.
Intervista a Cristiano Bajo, Director di SWM SwissWealth Management SA