25/03/2020

Dibattito sullo scenario di mercato tra i CIO di Fidelity

Partecipanti al dibattito del 20 marzo (da sinistra a destra):

  • Steve Ellis (SE), Global CIO, Fixed Income
  • Andrew McCaffery (AMC), Global CIO, Asset Management
  • Romain Boscher (RB), Global CIO, Equities


La persistenza della volatilità
(AMC)

La velocità con la quale si succedono gli eventi è già di per sé una sfida, sfida per i governi e le autorità monetarie che stanno cercando di anticipare una situazione che è in costante mutamento e che potrebbe tramutarsi in qualcosa di più grave, come se stessero costantemente giocando a rincorrersi. Nella realtà, le autorità hanno intrapreso un notevole quantitativo di mosse in un brevissimo lasso temporale…ma queste necessitano di tempo per essere pienamente operative. Questa situazione sta creando più livelli di contraccolpi negativi sulla gestione dei rischi e sulla sostenibilità degli ingenti interventi di spesa messi in atto dai governi e ciò che questo rappresenta nei bilanci pubblici.

Gli investimenti rifugio (SE)

Anche i cosiddetti investimenti “rifugio” come, ad esempio, i titoli governativi USA, sono stati messi alla prova. Questo perché le misure a sollievo della possibile crisi innescata dall’espandersi della pandemia da Coronavirus, inizialmente pari a 850 miliardi di USD ma ampliabili fino a 1,2 trilioni di USD e oltre, hanno posto forte pressione sul risk free rate, causando un’impennata della curva dei tassi.

La comparabilità con le crisi passate (RB)

Lo S&P 500 ha verificato sbalzi superiori al 4% per più di sette giorni consecutivi, battendo il record di sei giorni consecutivi risalente al 1929. Questo è quindi un evento davvero estremo ed è spiegato dalla natura della recessione, che può essere ciclica, strutturale oppure event-driven, come in questo caso. La pericolosità di questa recessione è che è dovuta a due eventi recessivi manifestatisi in contemporanea, lo shock sul mercato petrolifero e l’esplosione di una pandemia. L’unica nota positiva è che lo shock combinato, seppur molto violento, potrebbe avere durata più breve rispetto ad altre tipologie di contrazioni.

Le risposte politiche e il “Whatever it takes” (AMC)

La risposta politica è stata adeguata? È difficile da affermare con certezza, ma le mosse sono a livelli mai visti in precedenza in velocità di risposta e ammontare, molto vicino al “whatever it takes”, termine già utilizzato, sia dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che dal governatore della Bank of England, Andrew Bailey, tanto da far pensare che sia ormai un concetto superato.

Cosa tenere sott’occhio (AMC)

Bisogna tenere controllati alcuni segnali che potrebbero indicare un possibile calmarsi delle acque in un futuro prossimo. Tre sono gli indicatori da monitorare:

  • Liquidità: difficoltosa da mantenere stabile in uno scenario di allargamento degli spread e la contrazione delle contrattazioni in diverse asset class;
  • Finanziamento: garantito a vario titolo dalle autorità, ma la volatilità continua ad essere elevata;
  • Volatilità: si è alla disperata ricerca di un evento, che rompa una situazione di ampia volatilità diventata ormai la normalità. Se si dovesse verificare un certo livello di stabilizzazione sui mercati… bisognerebbe riconsiderare l’impatto delle politiche messe in atto.

Che direzione prenderanno gli spread (SE)

È la tipica domanda da un milione di dollari, poiché è davvero difficile stabilire che percorso intraprenderanno gli spread. Stiamo assistendo ad un forte stravolgimento nei mercati, per esempio, lo spread nel mercato dei titoli High Yield americani ora incorpora un alto tasso di insolvenza, pari a circa il 9%.

In questo momento il problema è che è difficile anche disinvestire dai fondi, poiché le controparti sono riluttanti ad immagazzinare altro rischio. Il costo delle variazioni negli spread è amplificato, questo comporta pressione ulteriore sugli spread che potrebbero ampliarsi nel breve termine. Ma se si guarda indietro nel tempo ad eventi simili a questo, questi offrono una visione di possibili opportunità, in particolare in aree come gli High Yield asiatici in quanto, ipotizzando la fine dell’emergenza a breve, si possono ridurre le coperture e le posizioni corte.

Dove allocare gli investimenti (AMC)

Qualche interessante sacca di mercato sta raggiungendo livelli interessanti, ma in questo momento è impossibile stabilire quanto perdurerà questa situazione e se si potrà dare risposte migliori quando sapremo che questa terminerà. Ciononostante, in tutti i diversi settori sono presenti diverse società che hanno maggior resilienza, migliori bilanci o che risiedono in nazioni che sono in migliori condizioni. Queste possono offrire un prudente margine di sicurezza, del rendimento e delle opportunità di valorizzazione.

L’Asia (AMC)

È ancora troppo presto per dire che l’Asia si sia lasciata il virus alle spalle, ma è innegabile che stiano tornando lentamente alla piena attività, che si stia generando reddito all’interno delle economie asiatiche. Già prima della manifestazione del virus il focus di diversi investimenti a lungo termine aveva traslocato dagli USA all’Asia e alla Cina. C’è ancora molta strada da fare ma è tuttora la migliore opportunità a lungo termine, anche se bisogna ancora fare i conti, nei prossimi giorni e settimane, con una forte volatilità.

I downgrades (SE)

Ci si aspetta un downgrade di circa 100-200 miliardi di dollari per titoli Investment Grade, molti dei quali appartenenti a società nel settore energetico, anche se è pensabile una maggior clemenza da parte delle agenzie di rating, considerando la situazione attuale, la potenziale breve durata degli effetti del virus e le misure di sostegno messe in atto dalle autorità governative. È quindi un potenziale grande rischio ma che non si avvererà immediatamente.

Gli impatti sui guadagni (RB)

Il mondo sta entrando in recessione, non possiamo prenderci in giro. I profitti diminuiranno quest’anno e tutte le previsioni di profitto non verranno mantenute. Le perdite saranno la normalità e la stazionarietà sarà il nuovo guadagno. La priorità ad oggi è la solvibilità, bisognerà considerare inaspettate esposizioni alle insolvibilità ed essere sempre più analisti del credito prima ancora che analisti finanziari.

 


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