Stiamo vivendo un contesto economico alquanto contrastato. Da una parte vediamo timidi segnali di rallentamento economico globale sostenuto da dati economici in leggero declino e un inizio di nuovi stimoli all’economia. Dall’altra costatiamo una noncuranza pressoché totale da parte degli operatori finanziari che stanno alla finestra e scontano un supporto pieno e senza nessun limite da parte delle banche centrali. Tutto ciò conduce a parecchio nervosismo e se inoltre consideriamo anche le enormi tensioni politiche che sono state generate delle grandi potenze economiche negli ultimi mesi ci troviamo in un contesto di potenziale tempesta perfetta. Il riscontro lo troviamo nel valore del CHF, dell’oro in rialzo e nella riduzione dell’esposizione globale azionaria. La chiave di lettura di tale situazione potrebbe essere una reattività nel coprire o meno le posizioni - tramite derivati - e nel valutare maggiormente il contesto economico reale senza farsi condizionare da dati economici portati sui mercati dalle banche centrali stesse.
La nostra skillness ci porta alla swissness: sul mercato elvetico ci conduce pertanto a sovra ponderare i settori dell’Healthcare e Industriale mentre a ridurre decisamente quello Finanziario. Da tralasciare completamente il settore immobiliare. Il focus rimane soprattutto sulle società a media e larga capitalizzazione mentre le small e micro cap restano in una coda della nostra distribuzione cosi come le giant cap. Da ribadire tuttavia l’importanza del dividendo di molte large cap svizzere: lo spread tra tassi di interesse e dividend yield è il più alto a livello mondiale.
Contributo a cura diVittorio Fumagalli - Institutional Asset Management
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